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Scoperta - Primi lavori

Ghiacciaia

1986 I volontari di Italia Nostra incuriositi
dalla strana collina retrostante la cascina, scoprono che
la folta vegetazione nascondeva una ghiacciaia.

La collina della ghiacciaia era interessata da un folta vegetazione.
Ma la vegetazione non era soltanto di natura arbustiva, diversi alberi erano presenti sulla sommità della collina.  Il nostro consulente strutturale, Ing. Memon Haiub, valutò che questi potevano risultare pericolosi per la struttura sottostante, perché durante i temporali estivi gli apparati radicali trasmettevano le azioni che il vento esercitava sulle chiome degli alberi.
Mediante l’impiego di una motosega si provvide, anche se a malincuore, ad eliminare le essenze arboree che interessavano la sommità della collina.


La prima azione fu quella di liberare l'accesso all'ingresso Nord, seguita poi dalla identificazione dell'ingresso Ovest. Questa apertura non era agibile, causo il crollo del voltino dovuto ad un tentativo di abbattere la ghiacciaia.
Un primo ingresso fu identificato e liberato dai rovi sul lato nord così da permettere, con una torcia elettrica, una prima ispezione. Ai volontari che per la prima volta si affacciarono al cunicolo che permetteva di accedere all’interno, si presentò illuminata dalla poca luce della lampada, una grande volta in mattoni che copriva un notevole spazio circolare; il cunicolo non arrivava al piano del pavimento e sotto si intravedevano materiali di vario genere accumulatisi nel tempo.  Sul lato destro filtrava una fioca luce da un’apertura che interessava la parete verticale e parte della volta: era quello che avremmo in seguito scoperto, l’ingresso Ovest.

CENNI STORICI
Trovata la ghiacciaia abbiamo iniziato a documentarci. La ghiacciaia era uno strumento indispensabile per la conservazione degli alimenti deperibili e per l’attività casearia collegata all’allevamento del bestiame in cascina.  La cascina Favaglie S.Rocco, nei cui pressi è ubicata la ghiacciaia, è una delle classiche cascine lombarde a corte chiusa; è ubicata ad Ovest di Milano, nel territorio del Comune di Cornaredo.
Tracce dell’esistenza della cascina si hanno già dal 1272. Per questi aspetti storici rimandiamo al libro edito da Italia Nostra “Cascina Favaglie S.Rocco”.
Mentre per quanto concerne la ghiacciaia, non esistono dati certi sull’anno della sua edificazione: forse faceva parte dell’antica cascina demolita o forse è contemporanea all’attuale cascina ed alcune sue pertinenze, che risalgono al 1830, quando il Duca Ferdinando Serbelloni Sfondrati , Generale di cavalleria al servizio del Feld Maresciallo Radetzky, fece abbattere gli ormai fatiscenti fabbricati della prima cascina per sostituirli con i nuovi.
In seguito il Comune di Cornaredo ha avuto in cessione la Ghiacciaia dalla proprietaria Società Alhafin, che a sua volta ha affidato la ghiacciaia in Comodato d'uso (insieme ad altri edifici) alla sezione locale di Italia Nostra Milano Nord Ovest.



PRIME ATTIVITA'
Una volta liberata  la ghiacciaia dai rovi e dai materiali interni, la nostra attenzione fu rivolta a cercare di identificarne gli aspetti costruttivi, ma per quanto si riusciva a vedere pochi erano gli elementi per addivenire ad interpretazioni sicure, ed oggi viene da sorridere pensando alle prime ipotesi formulate.  Probabilmente, come ghiacciaia di pianura è unica nel suo genere per le sue ragguardevoli dimensioni (circa m 10 di diametro alla base ed una altezza di m 5.60), forse tra le poche a sopravvivere alle demolizioni  effettuate nella nostra regione negli ultimi decenni.

Nostra prima preoccupazione fu quella di intervenire tempestivamente per ripristinare quanto poteva comportare rischio immediato alla stabilità strutturale della ghiacciaia.
Questi primi interventi videro la ricostruzione del contrafforte Sud – Ovest, dove il grande capochiave era rimasto scoperto e pertanto privo di contrasto; e la riparazione dell’adiacente  contrafforte secondario con parte della muratura della parete esterna della ghiacciaia nel tratto compreso tra questi due contrafforti.

Scopertura della Ghiacciaia

Appena liberato l'ingresso Nord e rimossi il materiale detrico ed i rifiuti accumulati all'interno, le attività si spostate all'esterno.
La rimozione della vegetazione, con il taglio degli alberi e la rimozione dei rovi ha comportato il notevole impegno dei volontari, ma ben più onerosa e faticosa è risultata l'attività di scopertura della ghiacciaia. Togliere il terreno di copertura ha significato rimuovere a mano il terreno con l'utilizzo di pala, piccone e carriola per il suo trasporto.

Lo scavo è iniziato dalla sommità della collina, procedendo dal centro verso la periferia per non causare carichi differenziati. Era faticoso, ma ci spronava la curiosità di scoprire la sommità della cupola.




La Carbonella
Una volta rimosso il terreno per uno spessore di circa un metro, durante la pulizia finale, con sorpresa si è constatato che per uno spessore di cinque sei centimetri uno strato di carboni di legna ricopriva tutta la sommità della cupola.

Dopo indagini e considerazioni si è giunti ad ipotizzare che la carbonella aveva la funzione di "filtro a carboni attivi" con il compito di depurare le acque che potevano percolare all'interno della ghiacciaia.

I primi restauri
Ingressi Ovest - Nord
I Contrafforti
La ricostruzione dell’ingresso Ovest ha comportato il rilevamento dell’ingresso Nord per configurare la nuova esecuzione con i canoni dell’ingresso esistente.
Durante la rimozione dei detriti, i volontari di Italia Nostra sono stati premiati nel loro lavoro perché rimosso il terreno superficiale, sottostante sono affiorate le strutture originali.Visibile in primo piano la soglia della scala di accesso che consente di scendere fino al piano pavimento ghiacciaia.
Questi primi interventi sulla struttura affiorante furono molto utili perché, oltre ad ampliare le conoscenze sulla struttura, ci permisero di notare quanto fosse grave e profondo il danno intrusivo provocato dalle radici delle varie specie vegetative presenti sul rilevato di copertura.

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